De Profundis (dal latino "Dalle profondità") è una lunga lettera scritta da Oscar Wilde durante la sua prigionia nel carcere di Reading. Scritta tra gennaio e marzo 1897, non fu pubblicata integralmente fino al 1962.
L'opera assume la forma di una lettera indirizzata a Lord Alfred Douglas, soprannominato "Bosie", il giovane aristocratico il cui rapporto con Wilde aveva portato alla sua rovina e condanna per "atti osceni tra uomini".
In De Profundis, Wilde riflette sulla sua vita, sulla sua arte, sulla sua relazione con Douglas, sulla sofferenza e sulla redenzione. Inizia con un'aspra critica a Douglas, accusandolo di egoismo, manipolazione e di averlo spinto verso la distruzione. Analizza con lucidità gli eventi che lo hanno portato in prigione e riconosce la sua stessa parte di colpa.
La seconda parte della lettera segna un cambiamento di tono. Wilde si dedica a una profonda esplorazione spirituale e artistica. Riscopre il valore della sofferenza, vedendola come un'esperienza purificatrice e un'opportunità per la crescita interiore. Riflette sulla figura di Gesù Cristo, interpretandolo come un artista romantico che ha compreso il potere della compassione e della comprensione. Sviluppa un'estetica del dolore, sostenendo che la vera arte nasce dalla sofferenza.
L'opera si conclude con un invito al perdono, sia per se stesso che per Douglas. Wilde esprime il desiderio di ricostruire la sua vita dopo la scarcerazione, dedicandosi all'arte e all'approfondimento spirituale. De Profundis è quindi un documento di grande valore letterario e umano, che testimonia la profonda trasformazione interiore di Wilde durante un periodo di immenso dolore. Rappresenta una dolorosa ma catartica autobiografia spirituale e un'appassionata difesa dell'individualismo e della bellezza.
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